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mercoledì 28 ottobre 2020

Impariamo a parlare

 


A riapertura della scuola è tornato in auge (clicca qui)  il problema della difficoltà di parlare in cinese persino ad alti livelli di conoscenza della lingua. “Quando usciamo dal limbo della frase cinese classica: SOGGETTO – AVVERBI – PREDICATO – COMPLEMENTO OGGETTO, entriamo nel regno della lingua vera. Se il livello base è stato studiato ma non metabolizzato, costruirci sopra un livello successivo, anche se per gradi, porta rapidamente allo scoramento. L’entusiasmo del principiante è da tempo svanito, la fatica per memorizzare le 40-50 parole nuove per volta sembra inutile ed ecco che ci ritroviamo frustrati, disperati e smettiamo di studiare.”


Nel post successivo (clicca qui) è stato messo a fuoco la ragione di questa difficoltà, vale a dire la distanza tra le due culture. “Quando riesco a trovare la chiave per superare l’ostacolo DISTANZA, posso finalmente riuscire ad esprimermi correttamente, cioè, a parlare. E’questa distanza che proibisce a noi, non cinesi, di trovare le frasi giuste senza cadere nella trappola del cinitaliano (parlo cinese in italiano). “

 



Oggi voglio darvi la soluzione. Andiamo per gradi:

Se tutto ciò che imparo riesco a riprodurre a voce, il problema non esiste.  Questo è ciò che succedeva in classe con i miei studenti over sessanta. Finita l’ora di grammatica, cinque minuti di relax, e via con l’ora di conversazione. In questo modo le parole nuove e le piccole strutture grammaticali potevano essere agevolmente assimilati. Certo, era stato richiesto un non piccolo sforzo di memorizzazione, sforzo ben ripagato dal successo. Siamo al primo grado ed è tutto in ordine.

 


Quando questa procedura non si può fare, succede che gli studenti conoscono le strutture grammaticali, riconoscono gli hanzi, si ricordano delle parole eppure non sono in grado di combinarle in modo da formulare una vera frase cinese. Ecco che il gap si fa sempre più profonda. Hai voglia di fare tanti esercizi, fare tanti esempi, se non la si metabolizza, la materia rimane conoscenza passiva.

E qui si troviamo al primo grado di difficoltà

 



A nessuno piace ammettere di non essere capace. Sembra doversi dire: ho studiato, ho faticato eppure non ci sono riuscito. Qui c’è un equivoco. La colpa non sta nel vostro scarso impegno, né nelle vostre limitate capacità. La colpa, se di questo si può parlare, è del sistema d’insegnamento che non favorisce lo sviluppo della capacità di espressione, specie quella orale. Voi siete bravissimi a risolvere enigmi linguistici, a tradurre da e per il cinese, ma il fatto di non riuscire ad esprimervi oralmente non interessa nessuno.

Non è da tutti essere disposti a ricominciare quasi da capo, mentre il numero di parole conosciute supera le centinaia o più. Eppure il metodo per colmare il divario è uno solo: IMPADRONIRSI del sistema cinese e per impadronirsi non conosco metodo più efficace della conversazione.



La soluzione:

Una volta stabilito il punto di partenza (e qui è richiesta un’onesta valutazione del proprio livello), si riprende le lezioni studiate per trasformare la materia in linguaggio.

Come si fa?

Le frasi nuove si riferiscono a specifiche situazioni. Noi le pronunciamo, cerchiamo la traduzione in italiano e nel farlo scopriamo le differenze. Non si fa giudizio, si constata semplicemente che in una data situazione il cinese si esprime in un certo modo, mentre l’italiano in un altro. E’ importante capire questa differenza. Il docente può spiegare che la grammatica cinese, in apparenza assente, usa dei sistemi per esprimere concetti man-mano sempre più complessi. La lingua italiana ha un sistema grammaticale ferrea, una volta imparata, si è in grado di esprimersi senza difficoltà.

Cambiando poi alcune parti del dialogo, gli studenti sono invitati ad esprimersi in cinese correttamente. Non si introduce due cose nuove in una frase per evitare la dispersione della concentrazione e si procede per gradi.

 


 

Ogni volta è richiesto questo passaggio:

  • 1).   Imparo una nuova frase 
  • 2) Visualizzo chiaramente la situazione
  • 3) Cerco l'espressione che lo definisce il più fedelmente in italiano

A questo punto l’insegnante propone una situazione simile; il passaggio sarà il seguente:Vi

  • 1)  Visualizzo la situazione
  • 2) Cerco di ricordarmi la frase che lo esprimeva in cinese

Infine si propone il dialogo a due:

  • 1)    Una persona fa la domanda in cinese
  • 2) L'altra è invitata a visualizzare la situazione e, senza scomodare l'italiano, a rispondere in cinese

Sembra facile ma non lo è. La prima volta sembra di avere dell’handicap. Bisogna tornare bambini e nel farlo, talvolta, ci si diverte pure.

 

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