Luo Yufeng, meglio conosciuta come Sorella Feng, posa con un passante a Guangzhou durante il suo viaggio in lungo e in largo per il paese alla ricerca del matrimonio perfetto [Foto -non datata- / China Daily]
Luo Yufeng ha guadagnato notorietà on-line da ventenne, testa vuota, per aver inspiegabilmente cercato gli scapoli cinesi più appetibili, pur non essendo lei stessa particolarmente qualificata. Ora, la controversa celebrità online è stata riscoperta da una rispettata app di news come editorialista.Luo ha raggiunto la fama quando lei stessa aveva dichiarato di essere "la persona più intelligente degli ultimi tre secoli" ed aveva richiesto per sè un marito che "doveva essere d'elite, con una laurea in economia o simile rilasciata dalla Peking University o dalla Tsinghua University", e "doveva essere bello e alto 176-183 centimetri ".
Queste osservazioni avevano scatenato una beffa implacabile e attratto oltre 4,9 milioni di seguaci su Sino Weibo, equivalente cinese di Twitter. Questo sedicente "intellettuale", ha rivelato ulteriori dettagli, come ad esempio il fatto che le sue letture preferite erano Zhi Yin e Gushihui, due pubblicazioni lowbrow a livello di Reader's Digest, certamente non a livello di Forbes o di Economist.
La sua dichiarazione, inoltre, le è valso il soprannome di "Sorella Feng", che in seguito divenne sinonimo di un atteggiamento presuntuoso sciocco.
Questo avveniva nel 2009. Ora, la giovane donna controversa ha reinventato se stessa, con un accordo siglato con una news app cinese, come giornalista.
Ifeng, la news app, una dei più influenti nel suo genere tra i lettori cinesi, ha annunciato la collaborazione mercoledì, dicendo che "con il suo stile diretto Luo offrirà una prospettiva diversa per i lettori."
Nella sua rubrica di debutto Luo ha parlato di polemiche on-line, un argomento a lei intimamente familiare negli ultimi sei anni, citando attrici e cantanti cinesi.
In netto contrasto con il suo discorso assurdamente arrogante del 2009, nella sua colonna l'editorialista rookie ha fatto appello alla tolleranza con il suo inatteso tono umile.
Il passaggio da persona oggetto di disprezzo a giornalista di una news app seria sembra aver guadagnato i suoi sostenitori tra il pubblico, che hanno lasciato molti commenti favorevoli sul suo post su Weibo.
News app ifeng allega questa foto alla comunicazione dell'assunzione di Luo Yufen come editorialista. [Foto / Weibo.com]
Il cambiamento, però, non è avvenuto in una sola notte.
Dopo aver vissuto sotto censura on line per due anni dal 2009, Luo si è trasferita a New York City nel 2011. Poco si sa come aveva ottenuto il visto per gli Stati Uniti.
La nuova immigrata, per sbarcare il lunario, è diventata un'addetta a manicure e si è gradualmente allontanata dal centro dell'attenzione pubblica.
E' tornata nell'occhio del ciclone maggio scorso quando aveva deciso di condividere la sua vita a New York e la sua esperienza nei saloni di bellezza sulle pagine della versione cinese del New York Times.
Lei è stata una degli intervistati che avevano contribuito a rivelare le condizioni di lavoro dure, razziste e dannose. Con la sua intervista aveva contribuito al successo del rapporto investigativo del giornale riguardante il lato oscuro di un certo business serpeggiante di New York.
L'articolo ha guadagnato la simpatia per chi fa un lavoro duro, e ha segnato il primo passo verso la riconciliazione tra il pubblico e la persona una volta tanto odiata per l'eccessiva ricerca di fama.
Tuttavia, la polemica continua a mordere Luo, come l'ha fatto fin da quando ha fatto i primi passi sotto i riflettori.Dato che le proprie abitudini di lettura possono dare un'idea delle capacità intellettuali, non deve sorprenderci che molti hanno espresso dubbi riguardo al fatto che chi legge prevalentemente riviste lowbrow venga fatto nominare giornalista, un lavoro normalmente riservato a persone famose, competenti con un background culturale notevole.
Luo è andata a un junior college a sud-ovest della Cina, di Chongqing, poco conosciuta. Lei non ha nemmeno un diploma di laurea.
In difesa della decisione della news app, che gli scettici ritengono una trovata pubblicitaria, Wang Lu, uno degli editori che ha contribuito a perfezionare l'articolo pubblicato da Luo, ha detto che è stata mantenuta gran parte della scrittura originale, sono state aggiunte solo un paio di frasi.
La scrittura di Luo "ha un tono genuino", ha detto l'editore in un profilo pubblico gestito da lei su wechat, una app per cellulare, molto popolare in Cina, usata per comunicare in tempo reale, .Nella dichiarazione della news app Luo viene chiamata la signora Luo Yufeng anziché con il dispregiativo "Sorella Feng" e la foto del suo profilo sull'app dà l'immagine di una donna in carriera.
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Luo Yufeng first gained online notoriety as an air-headed, homely twenty-something who unaccountably demanded China's most eligible bachelors despite not being well-qualified herself. Now, the controversial online celebrity has been hired by a respected news app as a columnist.
Luo shot to fame when she declared herself "the most intelligent human being in the past three centuries" and demanded a husband who "must be an elite with a degree in economics or similar from Peking University or Tsinghua University" and "must also be 176 to 183 centimeters tall and good looking".
These blunt remarks attracted relentless mockery and over 4.9 million followers on Sino Weibo, China's equivalent of Twitter, as this self-styled "intellectual" revealed further details, such as the fact that her main reading material was Zhi Yin and Gushihui, two lowbrow publications at the level of Reader's Digest, and certainly not serious publications such as Forbes or the Economist.
It also earned her the nickname "Sister Feng", which later became a byword for a silly, presumptuous attitude.
That was back in 2009. Now, the controversial young woman has reinvented herself, with a deal from a respected Chinese news app to become a columnist.
News app ifeng, one of the most influential of its kind among Chinese readers, announced the partnership on Wednesday, saying "Luo's straightforward style will offer a different perspective to readers."
Luo talked about online controversy, a topic she has been intimately familiar with in the last six years, citing Chinese actresses and singers in her debut column.
In stark contrast to her absurdly arrogant speech in 2009, the rookie columnist made a plea for tolerance in the column, with its unexpectedly humble tone.
The transition from an object of contempt to a columnist of a serious news app seems to have gained her supporters among the public, who left many supportive comments on her post on Weibo.
Weibo user Yusuier lauded Luo's positive spirit. "I think she's a strong person. Born into a single-parent family, she keeps going on regardless of the contempt of her peers. Plus she has to take care of her aging mother and younger siblings."
The change, however, didn't happen overnight.
After living under online censure for two years since 2009, Luo moved to New York City in 2011. Little is known about how she got a US visa.
The new immigrant became a manicurist to make ends meet and gradually moved out of the public spotlight.
Luo came back into the public eye in May when she opened up to the Chinese version of the New York Times about her life in New York and her experience of working in different nail salons.
Luo was one of the interviewees who revealed the harsh, racist, and harmful working conditions as part of the newspaper's investigative report on the dark side of the sprawling business in New York.
The report gained sympathy for the hard worker, marking the first step of reconciliation between the once-hated attention-seeker and the public.
However, controversy continues to dog Luo, as it has followed her ever since she stepped into the spotlight.
Given that reading habits can give a glimpse into one's intellectual ability, it's come as no surprise that many have expressed doubts that someone who consumes lowbrow magazines has now been named a columnist, a job normally reserved for well-recognized, knowledgeable people with good educational backgrounds.
Luo went to a little known junior college in Southwest China's Chongqing. She doesn't even have a bachelor's degree.
In defense of the news app's decision, which skeptics called a bid for publicity, Wang Lu, an editor who helped to refine Luo's first published article, said she retained much of the original writing and only added two sentences.
Luo's writing "had a genuine voice", said the editor in a public account she runs on Wechat, a popular mobile instant communication app in China.
The news app's statement addressed Luo as Ms Luo Yufeng instead of the derogatory Sister Feng, and Luo's profile photo on the app projects the aspirational image of a professional working woman.
Fonte: http://www.chinadaily.com.cn/china/2015-07/17/content_21312773.htm