sabato 29 giugno 2013

Trentaduesima puntata - Diario di Pechino








12 agosto 2011 – Pechino


Sono tornata nella grande libreria a Wang Fujin. Ho comprato ancora un libro su I Ching .

Finito di gironzolare m'era venuta fame e, sapendo che non molto lontano avevo mangiato i migliori ravioli di Pechino, avevo allungato il passo nella speranza di ritrovare la trattoria. Essa, un buco di negozietto in una viuzza sporca e affollata, era ancora lì, la ragazzotta m'aveva riconosciuta e i ravioli, se possibile, erano ancor più squisiti.

Dopo una bella scorpacciata (ben venti pezzi) m'ero avviata verso la metrò quando in una piazza avevo scorto un uomo intento a lanciare un aquilone. Questo, con un'apertura alare di circa tre metri, era addobbato con luci colorate, ad intermittenza. Solo quando era già in alto nel cielo, avevo scorto l'altro aquilone, quindi il suo proprietario. Dovevano essere amici, tenevano ognuno il proprio rullo e camminavano avanti e indietro a breve distanza, a seconda delle necessità dettate dal vento.

Non ero sola io che nel frattempo mi ero seduta su di un gradino: intorno a me famiglie con bambini e persone di ogni specie fissavano lo sguardo sui due aquiloni, sempre più lontani. Grazie alle luci intermittenti si scorgeva la loro presenza mentre scendeva la sera che tutto copre e rimette a posto.

sabato 22 giugno 2013

Trentunesima puntata - Diario di Pechino


11 agosto 2011 – Pechino


Ho scritto diciannove cartoline e no ho ancora quattro-cinque da scrivere. La vacanza ha già il sapore del rientro.

La mia compagna di stanza è tornata a sorridere. Sarò mica io che sono cambiata e, di conseguenza, intorno a me tutto è tornato alla normalità?

Tra ventidue giorni torno in Europa – quasi a casa.



sabato 15 giugno 2013

Trentesima puntata - Diario di Pechino


10 agosto 2011 – Pechino


Ho la data del mio rientro in Europa: partenza primo settembre con l'arrivo il due settembre a Budapest. Era la strada che mi permetteva di avvicinarmi a casa senza pagare cifre stratosferiche per un biglietto in business class.

Dunque, il dado è tratto; anch'io conosco la data del mio volo, anch'io posso fare il count-down: meno 22.

Adesso sono libera di gioire di quello che ho, del mio studio che progredisce bene, delle mie amicizie con gli italiani e non solo, del mio poco tempo libero. Posso pensare a chi devo fare un regalo, a chi solo un pensiero, a chi devo mandare una cartolina, a chi una mail.

Posso sentirmi bene, senza rancore, posso guardare i cinesi come solo i turisti sanno fare, posso tornare alla mia trattoria, fare un po' di spesa per il tempo che mi resta. Sì, “il tempo che mi resta” è diventato all'improvviso prezioso, perché è limitato e perché non ne posso sprecare una goccia. Sto iniziando a fantasticare a come mi mancherà tutto questo un giorno, come rievocherò ogni minuto del tempo che d'ora in poi passerò qui.

Ecco quella linea invisibile che ogni volta che viaggio separa la prima parte quando è tutto interminabile e di cui non si capisce il fine dalla parte rimanente che in un attimo vola via. Tutto questo per un biglietto d'aereo che sembrava impossibile ottenere.

Quando avevo sentito il prezzo, prezzo molto-molto alto, per un attimo avevo tentennato. In cuor mio non mi pareva possibile che spendessi una tale cifra per me stessa ma poi mi ero subito ricomposta e, presa la biro, firmai la quietanza della carta di credito. Il biglietto diceva: si parte la notte tra 1 e 2 settembre (ora locale). Il volo dura dieci ore.

Da Budapest, passati i cinque-sei giorni canonici per sbrigare le varie faccende e, goduto della compagnia di parenti e amici, rientrerò con un altro volo a Milano l'otto settembre.


lunedì 10 giugno 2013

Ventinovesima puntata - Diario di Pechino



9 agosto 2011 - Pechino

La stanchezza comincia a farsi sentire. Oggi in classe non riuscivo a concentrarmi. Mi dispiaceva ma era più forte di me,  non capivo niente di quello che diceva il registratore.

A pranzo c'era Jenny con me, del corso precedente, in partenza per casa. Nel salutarla mi ero commossa, anche lei.

Casa – che parola magica! Per me casa è l'Europa; l'Ungheria e l'Italia, l'Austria o la Germania – importante è respirare l'aria di casa, ovunque si trovi al di là del Caucaso.

domenica 2 giugno 2013

Ventottesima puntata - Diario di Pechino




8 agosto 2011 – Pechino


La gita mi ha insegnato delle cose fondamentali; ad esempio che non ci si deve stressare oltre misura. Sono qui da più di un mese e ho ancora tre settimane di studio. Direi che potrebbero bastare.

Mi do da fare fino all'inverosimile per rientrare in Italia al più presto. Anche prima di finire il corso.