sabato 23 novembre 2013
Cinquantatreesima puntata - Diario di Pechino
2 settembre 2011 – Budapest ---
Durante l’intero volo si vedeva il Carro Maggiore e una sottile striscia rossa a oriente. Appena atterrati subito si era fatto giorno. ---
La prima volta che ci avevano servito il pasto m’era successo una cosa strana. Mentre addentravo un panino imburrato m’aveva colpito il suo sapore: erano mesi che non lo sentivo. “Sono di nuovo in Europa” avevo pensato. ---
Oggi ho sofferto del get leg, dopo pranzo ho dormito un’oretta e adesso sono pronta per la notte. ---
Budapest è una cittadina di provincia, a confronto con Pechino, ma quant’è bella!
sabato 16 novembre 2013
Cinquantaduesima puntata - Diario di Pechino
1 settembre 2011 – Pechino ---
Ho chiuso i bagagli, ritirato la cauzione e con gli ultimi mille yuan sono andata in banca a cambiarli. Il mio era il numero 1120, mancavano giusto venti numeri. Di questi tre-quattro non si sono nemmeno presentati, in fondo avrei dovuto aspettare una decina di minuti al massimo. Invece, no. Ho aspettato oltre mezz’ora e quando finalmente è toccato a me ci ho impiegato altri cinque minuti buoni. ---
Questa bella burocrazia fa sì che il tasso di disoccupazione resti sempre basso. ---
Il cambio, poi, è stata una bella sorpresa: ho comprato 100 euro esattamente al prezzo con cui l’avrei venduto. Viva la burocrazia. ---
Mi avanzano abbastanza soldi per andare al cinema. Il biglietto costa 60 yuan, quasi come a Milano. Mi domando quante persone se lo possono permettere. ---
Sono le due del pomeriggio. Il sole del tardo estate scalda ma non brucia. Si sente già l’avvicinarsi dell’autunno. ---
Peccato andar via in questo momento.
sabato 9 novembre 2013
Cinquantunesima puntata - Diario di Pechino
31 agosto 2011 – Pechino ---
Oggi ho fatto le ultime commissioni fuori dal campus . ---
Tra l’altro ho restituito la tessera della metrò; è stata un’impresa ardua in mezzo a degli impiegati svogliati. Io però sono stata aiutata da un signore disponibilissimo. Lo stesso quando ho cercato di trovare una certa agenzia: una signora ha addirittura chiamato sua figlia col proprio cellulare per chiedere informazione. E non è stata la prima volta! ---
In mattinata sono stata impegnata a trovare l’ennesimo posto all’ennesimo numero civico ma, alla fine, ci ho quasi preso gusto. Ogni volta che a Pechino si riesce a rintracciare un qualunque ufficio sembra festa nazionale. Invoglia a ripetere l’esperienza… ovviamente solo fino al primo fallimento. I fallimenti sono all’ordine del giorno. ---
Pomeriggio ho preso la strada al nord e mi sono subito trovata all’entrata di un tempio con tanto di mura e porte e biglietti di entrata da pagare. Poco male, per proseguire è bastato correggere il tiro – o quasi. L’agenzia di turno si trovava – sul google map – al sud della stazione della linea 10. Proseguire 50 metri e poi svoltare a ovest. Semplice. Invece si è trattato nientepocodimeno di un hutong.
Gli hutong sono come un casba; un agglomerato di case a un solo piano, fitte-fitte lungo stradine tortuose e buie. In qualche maniera l’ho trovato, l’ufficio del turismo. Si trovava in un budello ma dentro v’erano parecchi clienti, quindi, non si può mai sapere. ---
L’ultimo posto, invece, dopo aver dribblato un incasinamento bestiale, era dentro un tower ad un tiro di schioppo; per poco non sono passata oltre. Certo, prima di arrivarci ho persin tentato di scavalcare un divisore della strada ad alta velocità fino a quando una signora (i cinesi non si fanno mai gli affari propri) non m’avesse richiamata all’ordine. Tra l’altro mi ha detto “lì non si può!” senza dirmi dove “si può”.
sabato 2 novembre 2013
Cinquantesima puntata - Diario di Pechino
30 agosto 2011 – Pechino ---
Stasera ho finito di impacchettare i regali per il viaggio. ---
Oggi avevo comprato una borsa di pelle (finta) bella grande. Missà che avrò problemi con i bagagli. ---
Oggi continuava la mia ricerca di partner cinesi per il mio lavoro. Riuscire a trovarli è il problema numero uno. I tassisti di solito li trovano se gli dai l’indirizzo completo dove, oltre la via e il famoso numero civico, vi sono cose invisibili ai nostri occhi che li guidano sul posto senza fallo. Noi abbiamo girato avanti e indietro a piedi, intanto il termometro è tornato a segnare oltre 34 gradi; uno stress incredibile. ---
Cenato dal musulmano – per Daniele era l’ultima cena – poi tornata a casa. Distrutta.
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