sabato 9 novembre 2013
Cinquantunesima puntata - Diario di Pechino
31 agosto 2011 – Pechino ---
Oggi ho fatto le ultime commissioni fuori dal campus . ---
Tra l’altro ho restituito la tessera della metrò; è stata un’impresa ardua in mezzo a degli impiegati svogliati. Io però sono stata aiutata da un signore disponibilissimo. Lo stesso quando ho cercato di trovare una certa agenzia: una signora ha addirittura chiamato sua figlia col proprio cellulare per chiedere informazione. E non è stata la prima volta! ---
In mattinata sono stata impegnata a trovare l’ennesimo posto all’ennesimo numero civico ma, alla fine, ci ho quasi preso gusto. Ogni volta che a Pechino si riesce a rintracciare un qualunque ufficio sembra festa nazionale. Invoglia a ripetere l’esperienza… ovviamente solo fino al primo fallimento. I fallimenti sono all’ordine del giorno. ---
Pomeriggio ho preso la strada al nord e mi sono subito trovata all’entrata di un tempio con tanto di mura e porte e biglietti di entrata da pagare. Poco male, per proseguire è bastato correggere il tiro – o quasi. L’agenzia di turno si trovava – sul google map – al sud della stazione della linea 10. Proseguire 50 metri e poi svoltare a ovest. Semplice. Invece si è trattato nientepocodimeno di un hutong.
Gli hutong sono come un casba; un agglomerato di case a un solo piano, fitte-fitte lungo stradine tortuose e buie. In qualche maniera l’ho trovato, l’ufficio del turismo. Si trovava in un budello ma dentro v’erano parecchi clienti, quindi, non si può mai sapere. ---
L’ultimo posto, invece, dopo aver dribblato un incasinamento bestiale, era dentro un tower ad un tiro di schioppo; per poco non sono passata oltre. Certo, prima di arrivarci ho persin tentato di scavalcare un divisore della strada ad alta velocità fino a quando una signora (i cinesi non si fanno mai gli affari propri) non m’avesse richiamata all’ordine. Tra l’altro mi ha detto “lì non si può!” senza dirmi dove “si può”.
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