13 agosto 2011 – Pechino
Oggi era sabato – è quasi
mezzanotte. Avevo studiato, fatto il bucato, studiato di nuovo. Verso
sera mi ero messa in cammino, degli amici mi aspettavano in Wang
Fujin.
La libreria di Wang Fujin è
grandissima, di sei o sette piani. Tra gli scaffali gente di tutte le
età è stravaccata per terra o seduta sui tacchi, intenta a leggere.
L'atmosfera è gioiosa e la presenza di una tale quantità di libri
influisce sulla buona predisposizione per la lettura in corridoio,
sistemati alla meno peggio.
I miei amici però mi stavano
aspettando chissà dove... io non li vedevo ma loro erano lì –
così mi assicuravano per telefono – erano lì vicino, all'ingresso
addirittura. Ebbi un'improvvisa illuminazione: “saranno mica in
un'altra libreria?”
Iniziò così un inseguirsi in mezzo
alla folla finché non c'eravamo finalmente riuniti. La libreria dove
loro stavano rovistando tra i libri, dvd e altro era specializzata in
libri in lingua straniera, diversi piani in un vecchio edificio, a
metà altezza della stessa via. La sera era appena agli inizi, una
volta soddisfatta la curiosità c'eravamo spostati in quella grande e
moderna di prima. I miei amici erano reduci di una visita alla Città
Proibita, la stanchezza si percepiva in ogni movimento.
Pechino è immensa, per tornare avremmo
dovuto prendere tre diverse metrò e camminare altri dieci-quindici
minuti. Il taxi è una soluzione ottimale in questi casi; in quattro
la spesa è ridicola e ti portano a casa bella fresca in meno di
venti minuti.
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