Aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, 27 luglio 2014 ore 13.20
Manca ancora un’ora intera al decollo per Pechino.
Guardandomi in giro scorgo una foto di un giardino, pieno di
verde. In mezzo alcune calle, di un bianco candido. Anche le foglie si
stagliano sempre più nitide, man mano che mi avvicino…. Caspita, non è una
foto, è un vero giardino verticale!!!
Sono già triste, eppure non sono ancora arrivata in Cina.
Pechino, 29 luglio pomeriggio
Ho dormito fino a mezzogiorno. Se conto che sono crollata
alle otto di sera, ho dormito oltre quindici ore. Eppure continuo ad avere
sonno.
Lo stress causato dalle tante difficoltà, per primis
l’impossibilità di usare la carte di credito e non poter prelevare dal bancomat
(forse) per aver raggiunto il limite mensile per il cash, mi rende debole e
bisognosa di riposo.
Oggi, con i soldi che avevo cambiato, ho pagato il dormitorio
per un mese. Sotto questo aspetto sono
tranquilla, ho soldi per mangiare per circa due settimane, se non altro non
sono perseguibile per mancato pagamento.
Resta la retta della scuola da pagare. Se non si sblocca la
situazione entro fine settimana, devo adoperarmi altrimenti. Posso farmi
mandare dei soldi da casa ma, or che arrivano, la scuola è bell’e finita. Posso
rivolgermi all’Ambasciata Italiana, una ragazza di Bergamo, conosciuta oggi, mi
potrebbe aiutare.
Insomma, non navigo nell’oro ma posso sempre cavarmela.
Resta il problema della comunicazione, fondamentale per il
mio equilibrio psico-fisico. Il cellulare italiano, ben caricato di 50 euro
prima di partire, funziona per gli sms, posso ricevere chiamate (che devo cmq
pagare) ma non sono abilitata per le telefonate all’estero. Questo è un
telefono cinese con un sim-card applicato all’interno, sa Dio come si fa a
sbloccarlo. Se mi riesce avere i soldi miei, mi compro un telefono usa-e-getta
e ciao.
Ho portato un libro gigante da leggere e, su suggerimento
del bravo Fabio, all’ultimo minuto mi sono comprato un bel giallo
all’aeroporto. Dunque ho da leggere.
Avrei anche da lavorare: ho sul portatile il lungo testo con
slide da tradurre, salvo disdetta da parte del committente. Per essere sincera
più che di disdetta si tratta di avere l’incarico che non è affatto deciso
ancora.
Qui finisce il mio diario. Il seguito è stato tutto uno studiare, dormire, mangiare e di nuovo studiare.
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