Il professor Talhelm dell'Università della Virginia ha esposto la sua teoria "del riso". Ne parlano due articoli, rispettivamente del 9 maggio su TIME (vedi articolo qui) e del 10 maggio su THE ECONOMIST (vedi articolo qui).
Entrami mettono in evidenza la teoria secondo la quale la coltivazione del riso, grazie alle particolari necessità di collaborare tutti insieme renderebbe le persone psicologicamente meno individualiste e più disposte ad aiutare e a collaborare. Queste necessità sono dovute a due fattori, il primo riguarda la laboriosità della coltivazione del riso che richiede doppio tempo di impiego rispetto a quella del grano, dal momento di messa in terra della pianta fino al raccolto. La seconda riguarda il terreno di coltivazione che, nel caso del riso, deve essere allagato. Per questo occorre costruire dei canali di irrigazione e anche in seguito la distribuzione dell'acqua riguarda tutta la collettività.
Il professore va molto al di là di queste considerazoni e tocca l'aspetto economico affermando che la popolazione della zona di coltivazione del riso è ampiamente più ricca di quella che coltiva grano.
Sabato, 26 luglio, alle ore 10.30 è previsto un incontro sotto il titolo "The Rice Theory of Culture" presso Foreign Correspondents Club di Shanghai (per prenotare un posto clicca qui)
Rice or wheat? The Yangtze river divides China and should explain also...
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