18 luglio 2011 - Pechino
Bevuto un po' di grappa dal lungo tappo
della bottiglia. La grappa, detta liquore bianco, è forte ed è
leggermente aromatica. Me la sono meritata.
Oggi avevo avuto paura di dover subito
rientrare in Italia. Proprio oggi che avevo saputo che potevo
rimanere all'università per un altro mese, facendo un altro
corso di quattro settimane. Ero al top del top, si sentiva la mia
sicurezza mentre istruivo tre bolognesi novellini, impauriti e
spaesati a districarsi tra i vari edifici. Già ieri sera ero
piena di speranze per il prossimo futuro qui che includeva la
sicurezza del campus e la garanzia dei risultati scolastici.
E' stata una doccia fredda. Non è
stato un dolore improvviso che, in quanto tale, non ti fa male,
almeno al momento. No, questo è stato un continuo insinuarsi
di speranze e di disillusioni, di certezze e di dubbi striscianti che
ti ledono la fiducia nell'universo passo dopo passo. Ero crollata,
ancora una volta, ho pianto e ho reclamato verso l'alto dove si trova
qualcuno più alto di un essere umano.
La soluzione, invece, è stata
istantanea. Dato che non potevo usare il bancomat che uso solitamente
in Europa e la carta di credito era rimasta senza pin code,
praticamente ero impossibilitata a prelevare dal mio conto. E' stata
Milena, una dolce ragazza serba, a dirmi che potevo comunque pagare
le spese grosse con la carta di credito.
Quanto è piccola una persona che
ha perso la fiducia: io mi ero sentita meschina, una persona indegna
cui veniva tesa una mano. “Dio è grande” pensavo mentre mi
accingevo a raggiungere gli amici per la cena.
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