29 luglio 2011 - Pechino
"Il dado è
tratto" sono iniziate le lezioni. Sono in Classe C, è
forte, anzì, è fortissimo. La sfida in questo campo mi
sprona, non mi abbatte. Sono in (quasi) pieno possesso delle mie
facoltà.
Domani andiamo in gita sulla
Grande Muraglia. Intanto fuori piove di nuovo. Stavolta sta cadendo
una pioggia fitta, l'aria è fresca, non c'è nebbia nè
troppa umidità. E' un piacere passeggiare nei viali semibui,
mentre le macchine sfrecciano via, lasciando una scia di goccioline.
Ho fatto un largo giro , la pancia è ben piena, sono arrivata
a Wuadokou ("incrocio di cinque vie") e ho guardato passare
un treno notturno. Sfilavano i vagoni con le cucette, qualche faccia
insonnolita dietro le finestre.
Come sempre mi ha preso la
nostalgia, la voglia di andar via, lontano da qui. Oramai mi è
rimasto solo questo piccolo lembi di nostalgia, mentre per il resto
sono ben felice di essere al mondo, orientale o occidentale che sia,
non ha più tanta importanza. Ciò che mi manca non è
tanto il paesaggio o un clima migliore. No, in questi momenti mi
mancano le persone, i miei cari, la mia vecchia gatta malata. Le loro
voci, quando mi telefonano, mi fanno sentire degna di essere su
questa terra come se, in assenza, mancasse l'approvazione della mia
persona tutta.
Tuttavia non si tratta di
mancanza di autostima; con duro lavoro me la sono conquistata, non ho
bisogno che altri confermino la validità della mia esistenza.
Qui però sono persa, i miei valori all'improvviso hanno perso
la loro quotazione in borsa, da queste parti non vengono
riconosciuti. Mi sembra di fare uno sforzo al limie della
sopportazione per potermi conquistare, a poco a poco, ciò che
non ho più. Sto lavorando sodo, con le mie continue ricadute,
momenti in cui di nuovo tutto ha perso il suo valore e io sono nuda
danvanti al mondo intero.
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