23 luglio 2011 – Pechino
Ho comprato la tessera del tram
(veramente di tram qui non c'è ne nemmeno uno).
Quando mi avevano chiesto quaranta kuai
al posto dei venti previsti non mi ero ricordata dello student's
card che m'avrebbero fatto avere
lo sconto, avevo pagato i quaranta kuai e basta. Ero già sulla
metrò quando mi ero data della cretina ma ormai era troppo
tardi.
Ok. Sono andata in centro. Mai più!
Per cambiare metrò abbiamo fatto mezzo chilometro in fila
indiana, in fila per sei, s'intende. Grondavo sudore da ogni parte.
La metrò, poi, era gelata naturalmente. Wang Fujin è
una delle vie del centro più visitate in assoluto. Sta a est
dalla piazza Tian An Men. “A est”
come dicono qui a Pechino, mica “a destra” come diciamo noi
comuni mortali. La libreria che cercavo era una delle più
vecchie e poi, forse, non si trovava a est bensì a ovest dalla
famosa piazza. Dipende dai punti di vista.
Può
esservi qualcosa famosa per la tristezza? Tian An Men lo è. I
cinesi che affollano la piazza forse neanche se lo ricordano. Al
posto della memoria celebrativa avranno la memoria dell'anatra
all'arancia. Non avrei dovuto pensarlo così ma in certi
momenti è inevitabile farlo.
Finito
di comprare i libri e i dvd era ora di pranzo. Avevo scovato una
trattorietta con la promessa di cibo fatto secondo l'usanza della
casa quindi ordinai dei ravioli e un piatto con le verdure. I ravioli
risultavano essere davvero fantastici (all'interno v'era del ragù
a base di agnello) e il piatto con le verdure (peperoni e cipolle)
conteneva pezzi di pesce in salsa agro-non-so-che. Era tutto
buonissimo. L'unico problema era che i ravioli erano venti e il
piatto a base di pesce bastava per tre.
Avevo fatto impacchettare ciò
che era avanzato ma poi, quando stavo per uscire dalla metrò,
non volevano farmi passare al controllo.
Nessun commento:
Posta un commento